And so begins the startling adventures of the most
sensational strip character of all time: Superman! A physical
marvel, a mental wonder, Superman is destined to reshape
the destiny of the world!
—Action Comics #1, June 1938
Anche se non ha volato fisicamente nelle prime sue avventure, per i primi quattro anni Superman è decollato come nessun altro personaggio della cultura popolare. Nella sua storia d'esordio su Action Comics #1, i lettori hanno immediatamente tutto quello di cui hanno bisogno da sapere su di lui in una storia d'Origini da una pagina appena.
Superman era un neonato, lanciato dal padre scienziato sulla Terra, da un lontano pianeta distrutto chiamato Krypton.
Quando raggiunse la maturità, l'alieno dalle sembianze umane, scoprì di avere una forza titanica che può incanalare a beneficio dell'umanità. Divenne così Superman - Il Campione degli Oppressi, dedito ad aiutare chi ne ha bisogno. La prima pagina della prima storia di Superman è la trama, il soggetto, di quella storia che conosciamo ormai più approfonditamente, molto più lunga e intensa di quella che vediamo lì rappresentata (e che verrà narrata in strip per la prima volta sulle daylist del 1939): forse il risultato del rapido lavoro di taglia e incolla eseguito a Cleveland per fissare velocemente una scadenza.
Nel corso delle dodici pagine successive, Superman salva: una donna innocente dall'essere fritta sulla sedia elettrica, una moglie brutalizzata dal marito a colpi di cinghia, Lois Lane dalle grinfie amorose di un teppista, distrugge la banda del gangster, e costringe alla confessione un lobbista corrotto. Nello stesso giorno, in ufficio, con gli abiti di Clark Kent, riesce anche a mettere a segno un dialogo con Lois e ad avere un appuntamento (che si rivelerà disastroso) con lei per cena.
Superman era senza eguali. L'Ombra combatteva i truffatori che cercavano di minare la società, ma mai in pieno giorno e non in modo così colorato. Flash Gordon aveva una mascella forte, era coloratissimo, ma è diventato eroe per sopravvivere su un lontano pianeta. Braccio di Ferro era incredibilmente forte, ma nessun altra donna che Olivia si sarebbe potuta innamorare di lui. Doc Savage sosteneva un impressionante sistema di valori etici per raddrizzare i torti, ma non si è mai lasciato andare ad una battuta di spirito.
"Il mondo aspettava che questo personaggio arrivasse", ha detto l'artista Jim Steranko. "Era un individuo molto attraente. Poteva volare. I proiettili gli rimbalzavano sul petto. Poteva piegare i paraurti di un automobile senza scomporsi. E aveva questo bel costume colorato: rosso, giallo, blu."
E chi aveva mai visto niente del genere…
Eppure, con tutto il suo fascino, è passato un po' di tempo prima che gli editori di Superman sfruttassero la sua considerevole forza. È stato, essenzialmente, il protagonista (tredici pagine a numero) di Action Comics, condividendo le altre cinquantuno pagine con personaggi molto più opachi e orientati all'azione.
A fianco di Superman in Action Comics c'erano:
Zatara, il Maestro della Magia: derivativo del filone magico di Mandrake;
Tex Thomson: un avventuriero stile Jim della giungla ma più fantascientifico; Pep Morgan: storie su un giocatore di baseball; “Chuck” Dawson: un western senza un attimo di tregua;
Le avventure di Marco Polo: il nome la dice lunga;
Scoop Scanlon, Reporter 5 Stelle: un reporter inserito in storie noir/drammatiche.
Restano altri fumetti, ma erano per lo più riempitivi di 3/5 pagine che vagavano da una testata all’altra. Per dieci numeri, Action Comics ha alternato lo spazio di copertura con incidenti d'auto, incidenti navali e con mitici legionari francesi, Superman compare soltanto nella copertina del numero 1, nel numero 7 e nel numero 10. Le copertine di Superman presero sempre più piede seguendo le pressanti richieste del pubblico (in parte di adolescenti) fino al 20° numero, in cui resterà fisso solo l’Uomo D’Acciaio. La leggenda narra che persino l'editore Donenfeld era imbarazzato dal personaggio in costume, ma la verità è che, prima che arrivassero i rapporti di vendita immediati, ci vollero mesi. Eppure, a solo un anno dal suo debutto, Superman ricevette il suo comic book, che dedicava tutte le sessantaquattro pagine alle imprese esclusive di "The Man of Tomorrow", come venne soprannominato dal suo editore. Un'altra novità per un eroe dei fumetti.
Le imprese iniziali di Superman erano incentrate sull'essere amico degli indifesi e degli oppressi. Ha inseguito racketers, trafficanti di munizioni corrotti, proprietari di miniere senza scrupoli, e teppisti che si aggiravano nei circhi; in una storia, estorce persino da vari criminali due milioni di dollari per salvare un orfanotrofio. La sua risposta più frequente rivolta ai malfattori era: "La vedremo!". Superman non risolveva misteri, e non andava di notte a fare pattuglie notturne: Ha risolto dei problemi. E così facendo, ha trovato un pubblico ricettivo.
L'origine di Superman viene ampliata sulle strisce quotidiane che appaiono nel gennaio 1939. Giungono in un momento in cui, come molti hanno visto, in particolare gli ebrei, un Supereroe in sedia a rotelle era entrato alla Casa Bianca - e cioè Franklin Delano Roosvelt. L'idea di poter avere un supereroe a difenderci, si agganciava alla speranza portata avanti da questa figura, reale, dentro la Casa Bianca.
In quanto storpio, sulla sedia a rotelle, Roosvelt aveva questa identità segreta, decollava verso l'esterno, risolvendo i problemi con il New Deal (nome assegnato alla sua campagna messa in moto per contrastare la Grande Depressione) e creando un feeling completamente nuovo con il New Deal stesso. Superman era invece un New Dealer clandestino.
I poteri di Superman aumentarono progressivamente, così come il potere drammatico della sua esistenza. Poteva scavalcare edifici di venti piani, sollevare pesi enormi, era impenetrabile ai proiettili, aveva un udito e una vista sorprendenti. Anche se poteva saltare come una cavalletta sugli asteroidi (e spesso andava in picchiata sulle cose), Superman non ebbe la vera potenza del volo, nella continuità del fumetto, fino all'ottobre 1943, mentre invece il programma radio, per necessità, raccontò quel dono già nel 1940.
Gradualmente, ha anche ottenuto sia la vista a raggi X che avversari degni della sua potenza. Il primo di questi fu l'Ultra-Humanite, uno scienziato pazzo calvo, su sedia a rotelle; in seguito, la sua vocazione di arcinemico di Superman, venne ceduta al genial e nefasto (e anche calvo) Lex Luthor nel 1941.
Le prime storie di Superman non sfruttavano nemmeno il dramma della sua trasformazione in Superman: spesso veniva mostrato in un appartamento modestamente decorato, con i piedi sul letto mentre indossava il costume. Anche le insegne con la S hanno impiegato un po' di tempo per svilupparsi coerentemente senza apparire in luoghi inappropriati come il retro del mantello.
Parte dell'appeal di Superman era il suo bell'aspetto. Come lo scrittore Denny O'Neil ha formulato: è stato parecchio confortante quando la gente si è resa conto che, pur essendo una creatura quasi onnipotente, Lui va direttamente alla Camera di Commercio e dialoga con le massime autorità giurisdizionali riuscendo addirittura non solo a farsi dare credito ma a farsi legalmente ragione. Eppure, Superman non era del Midwest. Almeno all'inizio era di un altro pianeta. Questo è uno dei tanti assi nella manica di Jerry Siegel, forse il più efficace e conturbante.
I precedenti eroici personaggi che avevano segnato la cultura, come Flash Gordon, erano tutti americani che si allontanavano verso altri pianeti per combattere le razze aliene. Superman invece era di una razza aliena e il suo destino era quello di stare tra noi, praticamente il contrario. E come già detto con Flash Gordon, è esattamente l’opposto anche di quel che avviene nell’epica saga di John Carter di Marte. Lì Carter (promotore della storia di Gordon), un essere umano comune, come tanti altri, approdava su un altro pianeta dove le leggi della fisica erano differenti (come lo era la Terra per Superman) e acquisiva abilità che lo rendevano superiore agli abitanti del pianeta stesso.
Anche Michael Chabon approfondisce le mitiche e culturali ramificazioni di questo ‘viaggio’: Superman è un alieno. Viene da Krypton. E' emigrato sulla Terra, si è lasciato tutto alle spalle. Il suo mondo e' sparito. Viene qui, cambia il nome in qualcosa che suona gentile, Clark Kent. E' una metafora forse involontaria dell'esperienza dell'immigrato americano, che si lascia tutto alle spalle arrivando in America, e che si trasforma nel simbolo ultimo dello stile di vita americano, come la verità, la giustizia, e che infine specchia il proprio costume nella bandiera di quell'appariscente sogno. È una potente espressione di desiderio dell’immigrato stesso, cambiare la propria esistenza arrivando in un paese migliore, e aiutarlo a migliorarsi ancora di più, in modo da ricambiare il favore laddove si sia compiuto il giusto miracolo della salvezza.
Anche le approfondite origini kryptoniane di Superman hanno invece richiesto un po' di tempo per manifestarsi nei fumetti. Se la versione strip sui quotidiani delle sue avventure (scritta pure da Siegel) ha delineato le cronache del suo pianeta domestico, condannato in dettaglio fin dal principio - compresi i nomi e le identità dei genitori, alla fine stabiliti in Jor-El e Lara- gli eventi traumatici dell'arrivo di Superman su questo pianeta sono stati abbelliti solo nel 1948.
Fu quindi solo dopo un altro anno che Superman stesso seppe delle proprie origini cosmiche, mentre volava indietro del tempo per rintracciare frammenti di una meteora errante. Naturalmente i frammenti sarebbero diventati noti come kryptonite, ma non prima che Superman -in forma fantasma - scoprisse la sua storia. Come avrebbe potuto conoscerla altrimenti? Simpaticamente, le splash page di entrambe le storie kryptoniane hanno Superman che tiene la testa tra le mani, destabilizzato di scoprire se stesso l'ultimo rimasuglio di un'intera cultura.
È interessante notare che entrambe le storie siano state scritte non da Siegel, che in quel momento era stato cacciato dallo studio, ma da Bill Finger, co-creatore di Batman. Eppure, le storie di Krypton hanno aperto una porta importante nella psiche di Superman; tornando nel passato dell'Uomo di Domani, gli sceneggiatori hanno trovato scenari tremendamente fertili per i suoi prossimi cento anni.
Nel 1938, tuttavia, Superman stava avendo un periodo abbastanza complicato da
giocoliere, tra il suo lavoro quotidiano come Clark Kent e la sua missione di combattere il male come Superman. Nella cultura popolare di quegli anni, i giornalisti erano spesso ritratti come intraprendenti crociati - c'erano anche numerosi programmi radiofonici, film e spettacoli teatrali dedicati alle loro imprese - e inoltre, avere Clark Kent a lavorare per un grande giornale metropolitano era conveniente per avviare le basi degli intrecci. Originariamente ha lavorato per il Daily Star (anche se la nostalgia o la sciatteria lo ha messo sul Cleveland Evening News in ActionComics #2).
Nel 1940, Kent stava appendendo la sua ciotola al Daily Planet, lavorando per l'editore Perry White. La vera complicazione è stata la bruna seduta sulla scrivania di fronte alla redazione: la giornalista e, come la chiamava Siegel, sorella Lois Lane.
Il triangolo tra Clark Kent, Lois Lane e Superman è diventato uno dei più intriganti e drammaticamente fecondi rapporti disfunzionali della cultura pop. L'occhialuto Clark Kent insegue Lois Lane, e viene scoraggiato solo dalla goffaggine del proprio ardore. Nel frattempo, Lois s’infatua di Superman, che è ugualmente scoraggiato dagli eccessi di devozione nei suoi confronti. E proprio qui sta l'ironia: poiché Clark Kent e Superman sono la stessa persona, la situazione diventa un ménage à trois che in realtà coinvolge solo due persone. Superman si lascia costantemente respingere sotto forma di una falsa identità che ha scelto volontariamente di influenzare.
Qualunque sia il livello di masochismo a cui Superman si è sottomesso in questo accordo, sembra racchiudersi nella scambio di battute di Action Comics #9, quando Clark Kent, chiede a Lois di uscire per un appuntamento, e lei risponde perentoria:
Clark Kent-IO TI DISPREZZO!
Quando poi trova il coraggio di chiedere se c'è qualcun altro nella sua vita, Lois risponde: "Sì, ed è grandioso! E' mitico! E' fantastico! Lui è tutto ciò che non sei tu! Coraggioso, audace, bello, superbo!". Ovviamente sta parlando di Superman. Kent cammina sconsolato verso il suo ufficio, solo per chiudere la porta e ridere di se stesso, stupidamente. L'ironia stessa di quel triangolo è la sorgente che ha alimentato migliaia di affluenti narrativi nel corso dei decenni. Ci sono voluti quasi dieci anni prima che Lois sospettasse che Clark stesso potesse essere Superman, un sospetto che ha scatenato un'altra ricchezza di storie.
Nel primo decennio della sua esistenza, Superman visse un'esistenza unica e peripatetica nei media moderni. Né Popeye, né l'Ombra, neanche Mickey Mouse avevano così tante sedi per promuovere le proprie scappatelle: nel 1941, il superuomo apparve in fumetti, strisce a fumetti, radio e persino in pantaloncini a fumetti.
La kryptonite fa un'apparizione embrionale alla radio nel 1943, poi attende fino al 1949 per rivelarsi come uno dei principali fattori di trama dei fumetti. Nello stesso anno, i redattori di Superman gli diedero una sua Superbase (come la Batcaverna), una fortezza della solitudine al Polo Nord, per la contemplazione e la riflessione, cui solo lui poteva accedere in virtù della forza sovrumana. (Questo ascensore completo dal mito di Doc Savage è reso un po' meno egregio dal fatto che le pulp storie si sono praticamente arrestate nel 1949).
Ma, per tutte le complicazioni della sua mitologia, l'aspetto iniziale di Superman era semplice e audace come un lampo.
Come disse Steranko: "L'unico mistero è perché diavolo ci hai messo così tanto tempo per arrivare..."
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