La prima vera 'sfida' tra Batman e Superman avvenne in modo indiretto nel luglio del 1939, 13 anni prima dell'albo che li vide realmente per la prima volta scontrarsi. Fu uno scontro per l'appunto indiretto, perché i due personaggi non apparirono in un unico albo, eppure...si erano ugualmente lanciati una sfida!
Quando è uscito nelle edicole americane Detective Comics #27, a nessuno sembrava importare molto che questo nuovo stravagante Uomo del Mistero dovesse così tanto, sia nella sua concezione che nell'esecuzione, a così tante fonti diverse, o che il tentativo di Kane e Finger di riprodurre un fenomeno come Superman avesse dato vita a un personaggio che era per molti versi l'antitesi dell'Uomo d'Acciaio. Superman era una creatura della luce del giorno, riverberato, pannello dopo pannello, dai raggi dorati di un'alba che viene dritta dritta da un murale neo-socialista. All'opposto, l'Uomo Pipistrello infestava le ombre metropolitane, letteralmente e figurativamente ammantato dai colori della notte nera. Era una lugubre, laconica minacciosa immagine.
Nella sua prima uscita, non ha portato alcuna rassicurazione di speranza, non ha personificato la promessa di un giorno migliore, o di un futuro più luminoso. È invece giunto a noi intriso della violenza spietata e lurida dei film di gangster e dei romanzi pulp da quattro soldi, un misterioso messaggero di morte e distruzione. Come l'Ombra, The Shadow.
Durante il suo primo anno anno di vita, i diversi elementi presi in prestito si sono uniti nella forma unica e familiare che oggi chiamiamo Batman. È l'elemento grezzo di Batman di questo breve anno che continua a gettare l'ombra più lunga sul personaggio a più di tre quarti di secolo di distanza. Perché è a questo lugubre e violento proto-Batman che lo scrittore Denny O'Neil sarebbe tornato, nel 1970, nel suo tentativo di salvare il personaggio dopo che si era raffreddata, alla fine degli anni Sessanta, la moda televisiva della Batmania. Le generazioni di lettori che seguirono considerarono l'interpretazione di O'Neil del personaggio di Batman, l'unica vera versione, mentre invece liquidavano le tre decadi di avventure precedenti come roba per ragazzini mascherati e poco seri. Qui Batman era un solitario, un duro, e sono proprio questi due aspetti del personaggio che continuano a possedere un fascino fondamentale per il segmento più accorato della sua base di fan.
O'Neil, insieme a tutti coloro che da allora hanno tentato di rielaborare, rimontare o reinterpretare la storia di Batman, da Frank Miller a Tim Burton, da Grant Morrison a Christopher Nolan, è tornato, più e più volte, al solitario, spietato, cazzuto Batman del 1939-40. E dobbiamo farlo anche noi.
Nella seconda avventura del Bat-Man, su Detective Comics #28 (giugno 1939), Bill Finger non si discostò molto dalla formula che aveva creato nel precedente episodio. Il Bat-Man sventa un rete di truffatori, in stile James Cagney , che aveva la temerarietà di rubare gioielli appartenenti ai "Vandersmith" e ad altri ricchi rampolli della città. Il nostro antieroe lancia un altro sfortunato criminale giù da un tetto, ed estorce una confessione al suo capobanda facendo penzolare il poveraccio da una finestra, scena presa direttamente dal libro dei giochi dell'alter ego di Lamont Cranston (ovvero The Shadow), o dei suoi numerosi imitatori.
Ma Finger stava già cercando di trovare qualcosa che lo distinguesse dall'Ombra. In questo episodio, per la prima volta, l'Uomo pipistrello sembra giustificare i suoi collant da circo esibendosi in meravigliose acrobazie durante la ricerca della giustizia. Si lancia dai grattacieli, facendo capriole in aria, e si proietta da un edificio all'altro con una "corda di seta". Era un personaggio elegante, certo, ma non era ancora Batman. Per prima cosa, aveva trascorso queste prime due avventure lavorando essenzialmente nella sicurezza. Peraltro, non aveva ancora portato all'estremo il suo ingegno affrontando un vero e proprio Villains, e anche nel pulp viveva la ferrea regola che un eroe senza nemesi non era affatto un eroe.
Poiché Finger tendeva ad angosciarsi per le sue storie e a non rispettare le scadenze, Kane assunse segretamente lo scrittore Gardner Fox, il quale tirò fuori le sceneggiature dei cinque numeri successivi al secondo episodio dell'Uomo Pipistrello. Questo innesto ha portato il personaggio verso nuove direzioni tematiche, aggiungendo vistose fioriture gotiche che sono diventate rapidamente parte del suo trucco permanente. Ma quello è rimasto essenzialmente un periodo di sperimentazione, e Gordon Fox ha flirtato con diverse altre idee, tra cui il primo supercattivo di Batman.
Sembra evidente che Bob Kane, pur di rivaleggiare con l'altro personaggio di punta della National, abbia fatto di tutto per non esserne scavalcato, e neanche per stargli al passo, ma addirittura per scavalcarlo a sua volta (Bob Kane l'ambizioso docet). Così, venuto a conoscenza che i suoi colleghi stavano lavorando ad una storia in cui Superman affrontava la sua prima vera Nemesi, ovvero l'essere umano che avrebbe cercato di tenergli testa, Ultra-Humanite, Kane chiamò Gardner Fox per scrivere una storia in cui Batman avrebbe affrontato il suo Nemico Numero 1. E probabilmente Kane e Gardner seppero anche che tipologia di Nemesi stavano preparando Siegel & Shuster per Superman visto il loro prodotto finale.
In Detective Comics #29 e #30, Batman affronta il Dottor Morte (vero nome: Karl Hellfern), uno scienziato pazzo con pizzetto e monocolo, che ha sviluppato un letale polline vegetale con il quale minaccia i ricchi del pianeta. La sceneggiatura di Gardner Fox ha lesinato sull'indagine, che invece era la parte preferita da Finger, ma si diverte a tirare fuori dal nostro eroe i primi bat-aggeggi: la cintura di sicurezza, le biglie di gas, i guanti a ventosa e le ginocchiere per arrampicarsi sui lati degli edifici. Mancavano ancora due anni alla Batmobile, ma la caratteristica roadster rossa di Batman ha avuto molto gioco, così come la sua tendenza a preoccuparsi di dove parcheggiarla con discrezione, che è rimasto uno dei leitmotiv più stranianti del primo anno di vita Batman.
Per far quadrare i conti con il suo primo Arci-criminale, Batman minaccia di uccidere un paio di assistenti del dottor Hellfern, e prontamente si prende una bella pallottola nella spalla. Sembra calare il sipario per il nostro eroe, finché non riesce a fuggire pescando una pallottola di gas dalla sua cintura, sfondando una finestra e dondolando, in sicurezza, sulla sua corda. Era un messaggio chiaro: Batman non era Superman. E Kane sembrava prendersi una sporca gloria nel disegnare il sangue che sgorgava dal foro d'entrata sul deltoide del nostro eroe abbattuto. Batman era umano, vulnerabile, e si distingueva da noi non per la sua forza fisica, ma per la forza della sua volontà.
Il lettore attento può aver notato l'inizio di un sottile cambiamento stilistico in questo numero rispetto al primo episodio. La linea di Kane era più spessa e sicura di sé, le sue composizioni più mutevoli, indugiando sulle rappresentazioni di Batman che utilizzava la sua caratteristica silhouette angolare per sconvolgere i malfattori abbastanza sfortunati in cui si imbatteva. A partire da questo numero Kane ha condiviso i compiti artistici con l'artista Sheldon Moldoff, cosa che ha anche ammesso lui stesso molti anni dopo.
Doctor Death è quindi, storicamente, il primo vero Villains incontrato dall'Uomo Pipistrello, e
costui è stato reinterpretato più volte nel corso della serie, proprio come Ultra-Humanite.
Nella sua prima apparizione, Doctor Death è assistito da un massiccio servitore delle In
die orientali, tale Jabah. Nel tentativo di eludere la cattura da parte di Batman, Dottor Morte accende le sostanze chimiche nel suo laboratorio, uccidendo Jabah e, presumibilmente, anche se stesso nell'esplosione risultante. Ma il Dottor Morte riapparirà in altre storie del primo Batman, sostituendo il suo assistente ormai deceduto, per poi sparire di scena anche lui lasciando il posto ad altre nemesi oggi più conosciute.
Dopo diversi decenni di assenza, proprio come è avvenuto con Ultra-Humanite, Dottor Morte viene reintrodotto dallo scrittore Gerry Conway su Batman # 345 e su Detective Comics # 512 (1982). La storia di Conway è un aggiornamento dell'originale racconto del 1939. In questa versione, il Dottor Morte è raffigurato come un paraplegico, ma il suo espediente con il gas letale resta lo stesso. Questa volta verrà assistito da un servitore di nome Togo.
In seguito, Dottor Morte è stato riportato in vita ancora una volta in Batgirl #42/#44 e #50 (2003-2004) dallo scrittore Dylan Horrocks. La sua storia viene di nuovo leggermente modificata, aggiornata per un'era di maggiore consapevolezza sul problema del terrorismo. Il moderno Doctor Death è quindi diventato un produttore di armi biologiche che vende al mercato nero a terroristi e ad altri criminali. È raffigurato come un uomo calvo, quasi uno gnomo, che indossa un camice da laboratorio e una maschera per l'ossigeno.
Questa incarnazione di Dottor Morte ha un ruolo secondario in Batman: War Games , terzo atto, dove viene visto lavorare accanto al signore del crimine Black Mask , rilasciando un gas in mezzo ad una folla di gangster. Batman sospetta che lui e Black Mask stiano tentando di spazzare via la concorrenza.
Dottor Morte rimase attivo nell'Universo DC dopo gli eventi di Infinite Crisis . Nel secondo numero di 52 , viene menzionato come uno dei tanti scienziati pazzi scomparsi. Viene raffigurato, poco più avanti nella serie, tra altri scienziati catturati e geni pazzi sull'isola di Oolong. In quel momento, anche il suo aspetto era radicalmente alterato, raffigurandolo senza monocolo, con dita scheletriche estremamente lunghe, una testa calva, con solo alcune ciocche arruffate di capelli, senza naso, diverse file di zanne dentellate in bocca, e con indosso un mantello verde. Ciò implica anche che questa sia stata la sua prima reale visita a Gotham City.
Fa una breve comparsata successivamente in Batman # 692 come aiutante di Black Mask.
Nella miniserie Road To Gotham invece, Hush assume Dottor Morte come parte dei suoi piani per rovinare Wayne Enterprises, e scopriamo che Judson Pierce e Sallie Guzzo (due temuti gangster) hanno assunto Hellfern per uccidere Martha Wayne prima di diventare il Dottor Morte. Ad oggi non è stato nè catturato, nè ucciso. Pare sia ancora in circolazione...
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